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Come impiegare le piante curative dei fitoterapici

Come impiegare le piante curative dei fitoterapici

La fitoterapia costituisce un metodo di guarigione naturale, in molti la definiscono “Arte del Guarire”.

E’ un metodo presente all’interno dei recipienti della medicina alternativa e di quella olistica.

Essa verte esclusivamente sulle proprietà fisiche e chimiche presenti nelle piante curative della fitoterapia applicata (vedi anche: questo articolo sulla fitoterapia) le quali svolgono un importantissimo compito di mantenimento, di purificazione, antinfiammatorio e rigenerante, andando a sostituire in maniera del tutto naturale, i comuni farmaci chimici (a lungo dannosi) presenti in medicina tradizionale.

Il potere depurativo delle piante fitoterapiche può aiutare il nostro corpo a detossinare e ad eliminare quasi ogni tipo di infiammazione.

Il nostro corpo è composto da sangue, linfa, liquido extra-cellulare e liquido intra-cellulare. 

Il fisico si deve nutrire, per poter dare nutrimento ai diversi liquidi che lo compongono. 

E’evidente l’importanza dell’alimentazione, e l’importanza di assumere alimenti vitali, che effettivamente contengano nutrimenti. 

La trasformazione degli alimenti produce tossine, che devono essere eliminate attraverso gli organi emuntori. 

Il fegato non ha sbocchi verso l’esterno, e deve quindi demandare la funzione di eliminazione ad altri organi, a seconda del tipo di tossina che deve essere eliminata. 

Si possono infatti distinguere tossine colloidali (o basiche o alcaline), costituite principalmente da muco, e tossine acide (cristalli). 

L’intestino smaltisce tossine colloidali. La vescicola biliare produce bile, che viene riversata nell’intestino, per poter lavorare le sostanze colloidali immesse nel bolo alimentare. 

Quando l’intestino non è in grado di provvedere all’eliminazione (per iper lavoro o altre cause) altri organi emuntori svolgono una funzione di soccorso (pelle, polmoni, utero…). 

La pelle può smaltire sia tossine colloidali che tossine acide, attraverso la sudorazione. 

I polmoni smaltiscono sostanze acide con la respirazione, ma anche tossine colloidali, coinvolgendo tutto il sistema respiratorio (orecchie ostruite, naso ostruito di mattino dopo una cena abbondante).

Un disequilibrio a livello intestinale può facilmente portare ad un problema polmonare. 

In genere i polmoni fungono da organo di emunzione di soccorso quando si verifica un eccesso di saturazione tossinica da colloidi non evacuati dall’intestino. 

Le reni smaltiscono tossine di tipo acido. 

L’utero è in grado di eliminare sostanze collose, a volte grumose. 

Se le tossine colloidali non riescono ad essere eliminate, le colle ritornano nel sangue, provocandone un “ispessimento” con conseguenti problemi circolatori, venosi, comparsa di emorroidi (che costituiscono un chiaro sintomo di disequilibrio epatico). 

Ne consegue un intasamento a livello del sistema linfatico (di cui un sintomo tipico è il dolore alla spalla destra), e potranno comparire cervicalgie la cui origine è epatica. 

Questa situazione se si prolungherà nel tempo potrebbe portare ad inversione di acidità: tutta la tossicità colloidale non potrà entrare nel liquido extra cellulare ed il fisico (non riuscendo ad eliminare l’eccesso di tossine colloidali) inizierà la produzione di tossine acide interessando organi emuntori di soccorso che non appartengono al territorio di appartenenza ad essere colpiti da infiammazioni locali e gravi patologie. 

Anche le sostanze acide che non vengono eliminate dagli organi emuntori preposti (reni, pelle), rientrano nel sangue, provocando dolori articolari, tendiniti, epicondiliti, gotta. 

Il sistema circolatorio ad un certo punto sarà saturo, perché gli acidi non potranno entrare nella linfa, si potrà avere una  produzione di sostanze tossiche colloidali (inversione di acidità), che dovranno essere smaltite da pelle, polmoni ed intestino. 

L’intervento prima della fitoterapia sarà l’alimentazione 

Sarà necessario eliminare gli alimenti che hanno provocato l’intossicazione dell’organismo, e quindi il regime dietetico dovrà essere adattato alla persona ed alla sua alimentazione di base: non esiste una dieta uguale per tutti

L’intossicazione dipende spesso dalle abitudini e deriva dalla mancanza di varietà e dall’eccessiva “quotidianità” di alcuni cibi. 

Nella nostra penisola italiana l’intossicazione può soprattutto derivare da un eccessivo consumo di carboidrati (pane, pasta) e quindi bisognerà intervenire dando una variazione della nostra alimentazione e riducendo l’assunzione di carboidrati. 

Il regime alimentare dovrà essere abbinato all’assunzione di piante specifiche che possano aiutare ad aprire gli organi emuntori e quindi a facilitare l’eliminazione delle tossine. 

Alimentazione 

L’alimentazione detossinante dovrà essere seguita per 60 giorni, in quanto il tessuto epatico impiegherà 21 giorni per rigenerarsi e pulirsi (l’80% degli epatociti si rigenerano in tre settimane), ma a livello degli altri tessuti saranno ancora presenti accumuli tossinici. Dopo 60 giorni sarà possibile reintegrare, con prudenza, gli alimenti non consentiti nel regime di detossinazione. 

Indagine 

Dovrà essere condotta un’indagine semeiotica strumentale o non per identificare la gravità dello squilibrio globale. 

Diversi sono i fattori che dovranno essere tenuti in considerazione: l’età (ad esempio, la disbiosi in un bambino è sicuramente più grave rispetto all’adulto); il numero dei sistemi che si trovano in disequilibrio: con tre sistemi fuori posto, si avranno forti ripercussioni sul sistema immunitario il tipo di terreno specifico del paziente 

Scelta della terapia 

L’approccio potrà essere di diverso tipo: kinesiologico, iridologico, attraverso la morfopsicologia, o con altre metodiche, ma in base a questo bisognerà essere in grado di stabilire la terapia detossinante specifica, individuando gli organi che devono essere riequilibrati e gli organi più sollecitati. 

Il ripristino della funzionalità epatica e la detossinazione del sistema fisiologico tramite la fitoterapia

L’approccio classico prevede di utilizzare una pianta epato- protettrice, per rigenerare la cellula epatica, da abbinare ad una pianta che stimoli la funzione epatica. Unitamente a queste due si somministrerà una pianta ad azione sintomatica sul sintomo riflesso. 

La necessità di un intervento primariamente a livello epatico risulta evidente dalla considerazione per cui il fegato svolge più di 500 funzioni, fra cui: 

  • trasformazione degli zuccheri 
  • produzione di colesterolo 
  • produzione e trasformazione di vitamine, enzimi ed oligoelementi 
  • termoregolazione corporea 
  • trasformazione degli ormoni (ormonoproteine).

Prima di procedere al riequilibrio di tutti gli altri sistemi, è di fondamentale importanza che il fegato sia in buono stato. 

Fitoterapici Epato protettori: Desmodio e Desmodium adscendens

  •  Famiglia: Leguminose
  •  Provenienza: Africa
  • Parte utilizzata: foglia e fusto 
  • Principali costituenti: alcaloidi (triptamina) e acidi grassi 

Proprietà: 

  • Rigenerazione e protezione delle cellule epatiche non è colagogo né coleretico 
  • Difesa contro gli attacchi infiammatori o virali o tossici
  • Riduce la reazione allergica grazie alla sua azione protettrice (inibisce l’azione dell’istamina)
  • Inibisce la monossidasi dell’acido arachidonico e permette la normalizzazione delle transaminasi 

Utilizzo: 

  • Disfunzioni epatiche minori
  • Epatiti virali, epatiti tossiche (da farmaci)
  • Lesioni epatiche dovute a chemioterapia od alcolismo
  • Manifestazioni allergiche o broncospasmi
  • Il Desmodio può essere utilizzato sia in caso di intossicazione da colle che in caso di intossicazioni di tipo acido.

Tollerabilità:

  • Ottima. 

Nessuna tossicità (test di mutazione inversa e di tossicità acuta), nessuna incompatibilità con altri trattamenti.