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rabarbaro

Il rabarbaro: la pianta tra Oriente e Occidente

Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne originaria dell’Asia centrale, che successivamente si è diffusa in tutto il mondo. È una pianta molto versatile, che può essere utilizzata, ad esempio, in cucina, in medicina e in cosmetica. In particolare, il rabarbaro è una pianta alta e robusta, con foglie grandi e carnose. I fiori sono piccoli e gialli, e compaiono in estate. Il rizoma, la parte sotterranea della pianta, è la parte commestibile.

Il rabarbaro è una pianta ricca di vitamine e minerali, in particolare di vitamina C, potassio e fibre. Ha anche proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Per questi motivi, questa pianta è utilizzata per trattare problemi digestivi, come la stitichezza e il gonfiore. È anche utilizzato per trattare la febbre e le infiammazioni. In questo articolo, quindi, vedremo insieme la sua origine, i suoi benefici e come si può mangiare.

Quale origine ha il rabarbaro?

Come accennato nell’introduzione, il rabarbaro è una pianta originaria dell’Asia centrale, in particolare della Cina e della Mongolia. È stato utilizzato in queste regioni sin dall’antichità, sia a scopo alimentare che medicinale.

Partendo dalle vere origini in Cina, il rabarbaro è considerato una pianta medicinale, con proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antivirali. È utilizzato per trattare una varietà di disturbi, tra cui la stitichezza, il gonfiore, la febbre e le infiammazioni.

In Occidente, invece, il rabarbaro è stato introdotto nel Medioevo. Inizialmente era utilizzato principalmente come pianta medicinale, ma poi è diventato anche una pianta alimentare.

Venendo ad oggi, il rabarbaro è una pianta popolare in tutto il mondo. È utilizzato in cucina per preparare marmellate, confetture, torte e altri dolci. Può essere anche utilizzato in preparazioni salate, come zuppe, salse e piatti a base di carne. Le specie di rabarbaro più diffuse sono il rabarbaro cinese (Rheum palmatum) e il rabarbaro officinale (Rheum officinale). La differenza sta che il rabarbaro cinese è la specie più utilizzata a scopo medicinale, mentre il rabarbaro officinale è la specie più utilizzata a scopo alimentare.

A cosa può fare bene il rabarbaro?

Ora parliamo di cosa può fare bene il rabarbaro. Il rabarbaro è una pianta dalle molteplici proprietà benefiche. È ricco di vitamine e minerali, in particolare di vitamina C, potassio e fibre. Ha anche proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Esaminiamole una ad una.

  • Proprietà alimentari

Il rabarbaro è un’ottima fonte di vitamina C, che è importante per il sistema immunitario. È anche una buona fonte di potassio, che è importante per la salute del cuore e dei muscoli. Le fibre del rabarbaro, poi, aiutano a regolarizzare la digestione. Avendo proprietà digestive, esse possono aiutare a migliorare la digestione e ridurre il gonfiore

  • Proprietà medicinali

Il rabarbaro ha proprietà lassative, che lo rendono utile per trattare la stitichezza. Ha anche proprietà antinfiammatorie, che lo rendono utile per trattare il gonfiore e le infiammazioni. Ad esempio, può aiutare a proteggere la pelle dai danni dell’infiammazione.

  • Altri benefici

In linea più generale, il rabarbaro ha anche altri benefici, tra cui aiutare a ridurre i livelli di colesterolo, aiutare a proteggere le cellule del corpo e l’avere proprietà antibatteriche e antivirali. Da non sottovalutare che il rabarbaro è una buona fonte di potassio, un minerale che aiuta a regolare la pressione sanguigna e a ridurre il rischio di malattie cardiache.

Come si può mangia il rabarbaro?

Parlato dei benefici del rabarbaro, si deve parlare ora di come si può mangiare. ll rabarbaro può essere consumato in diversi modi, sia crudo che cotto.

  • Crudo

Il rabarbaro crudo ha un sapore aspro e leggermente amaro. Può essere consumato semplicemente tagliato a pezzetti e aggiunto a insalate, frullati o yogurt. Può essere anche utilizzato per preparare salse, marinate o chutney.

Per consumare il rabarbaro crudo, è importante lavarlo accuratamente e rimuovere la parte esterna fibrosa. I gambi di rabarbaro possono essere tagliati a pezzetti, julienne o a fettine. Possono essere aggiunti a insalate miste, frullati di frutta o yogurt. Il rabarbaro crudo può anche essere utilizzato per preparare salse, marinate o chutney.

  • Cotto

Dall’altra parte, il rabarbaro cotto ha un sapore più dolce e meno amaro. Può essere utilizzato per preparare marmellate, confetture, torte, crumble e altri dolci. Può essere anche utilizzato per preparare zuppe, salse e piatti a base di carne.

Per cuocere il rabarbaro, è possibile utilizzare diversi metodi. Infatti, può essere bollito, al vapore, arrostito o cotto in padella. Il rabarbaro bollito è un ottimo modo per prepararlo per torte o crumble; il rabarbaro al vapore è un modo più leggero per cucinarlo; il rabarbaro arrostito è un modo saporito per cucinarlo; infine, il rabarbaro cotto in padella è un modo veloce e facile per cucinarlo.

Quando si può mangiare il rabarbaro?

Arrivati a questo punto, la domanda di quando si può mangiare il rabarbaro non è affatto scontata. Il rabarbaro è una pianta che si può consumare da aprile a giugno, quando i gambi sono teneri e saporiti. Dopo giugno, il contenuto di acido ossalico nei gambi aumenta, rendendoli meno digeribili e potenzialmente tossici se consumati in grandi quantità.

In Italia, il rabarbaro è una pianta tipicamente coltivata in serra, quindi è possibile trovarlo anche fuori stagione. Tuttavia, il rabarbaro coltivato in serra ha un sapore meno intenso rispetto a quello coltivato all’aperto, come si può immaginare.

Per concludere, vi forniamo alcuni suggerimenti per scegliere e consumare il rabarbaro. Innanzitutto, scegliete il rabarbaro fresco e di stagione. Il rabarbaro fresco ha un sapore più intenso e un contenuto di nutrienti più elevato rispetto al rabarbaro conservato. Dopodiché, lavate accuratamente il rabarbaro prima di consumarlo. Il rabarbaro può contenere batteri, quindi è importante lavarlo bene sotto l’acqua corrente. Infine, eliminate la parte esterna fibrosa del rabarbaro. La parte esterna del rabarbaro è fibrosa e difficile da digerire. È meglio eliminarla prima di consumarlo.

E con questo abbiamo concluso, grazie per averci letto e ci vediamo con la prossima pianta!