
Ginkgo biloba: benessere per la memoria
Il Ginkgo biloba è tra le piante medicinali più conosciute e affascinanti. Conosciuto come “fossile vivente”, accompagna la storia dell’uomo da migliaia di anni. Le sue foglie, oggi oggetto di studio scientifico, vengono usate soprattutto per sostenere la memoria e la circolazione cerebrale.
Il suo utilizzo nella fitoterapia moderna si concentra soprattutto sul sostegno alle funzioni cognitive e alla circolazione, ambiti nei quali continua a essere oggetto di studio.
Che cos’è il Ginkgo biloba?
Il Ginkgo biloba è un albero originario della Cina, unico superstite di una famiglia botanica antichissima, con radici risalenti a oltre 200 milioni di anni fa. È facilmente riconoscibile per le foglie a ventaglio, di un verde intenso in primavera ed estate, che si tingono di giallo brillante in autunno.
Nella tradizione cinese e giapponese il Ginkgo è simbolo di longevità e resistenza, tanto da essere coltivato nei pressi dei templi buddisti. La sua fama ha attraversato i secoli fino ad arrivare alla fitoterapia moderna.
Oggi il Ginkgo si trova in numerose formulazioni: compresse, capsule, gocce, tintura madre ed estratti secchi. Tuttavia, solo gli estratti standardizzati, in particolare l’EGb 761, sono stati ampiamente studiati in ambito clinico.
Quali sono le proprietà del Ginkgo biloba?
Le foglie del Ginkgo contengono diversi composti bioattivi, tra cui flavonoidi e terpenoidi (ginkgolidi e bilobalide). A questi componenti si attribuiscono le principali azioni:
- Azione antiossidante e antinfiammatoria: i flavonoidi contrastano i radicali liberi e possono proteggere le cellule nervose dallo stress ossidativo.
- Miglioramento della microcircolazione cerebrale: i ginkgolidi possono ridurre l’aggregazione delle piastrine e favorire il flusso sanguigno, con benefici teorici per l’apporto di ossigeno al cervello.
- Effetti neuroprotettivi: l’estratto sembra proteggere i neuroni da processi degenerativi, favorire la plasticità sinaptica e stimolare la sopravvivenza cellulare.
- Modulazione dei neurotrasmettitori: alcune ricerche ipotizzano un’influenza su serotonina e dopamina, sistemi coinvolti in memoria e umore.
Questi meccanismi forniscono basi scientifiche interessanti prese in considerazione dallo studio “Neuroprotective and Antioxidant Effect of Ginkgo biloba Extract Against AD and Other Neurological Disorders. Neurotherapeutics. 2019”, per l’impiego del Ginkgo a supporto della mente e della memoria.
I 3 possibili benefici del Ginkgo Biloba
I principi attivi del Ginkgo sono quindi applicabili in vari ambiti della salute cerebrale, ecco le tre aree applicative più studiate.
- Declino cognitivo: Il campo più studiato è quello del declino cognitivo lieve e della demenza. Alcuni trial clinici hanno evidenziato che l’assunzione quotidiana di 240 mg di estratto standardizzato per alcuni mesi può migliorare memoria, attenzione e capacità di svolgere le attività quotidiane. Una revisione del 2015 ha sottolineato come gli effetti siano maggiori in persone con sintomi già presenti, mentre risultano meno evidenti nella prevenzione.
- Memoria: L’idea di un “potenziatore della memoria” ha attratto molta attenzione, ma negli individui senza problemi cognitivi gli studi non hanno dato risultati consistenti. Alcuni piccoli lavori hanno riportato miglioramenti a breve termine, altri nessun effetto. Le revisioni sistematiche concludono che le prove non sono ancora sufficienti
- Altri possibili impieghi: Oltre al campo cognitivo, il Ginkgo è stato studiato anche in altre condizioni:
- Acufeni: alcuni pazienti hanno riportato un miglioramento dei ronzii auricolari, ma i dati sono contrastanti e non conclusivi.
- Ansia: alcune ricerche preliminari suggeriscono una riduzione dei sintomi, soprattutto negli anziani.
- Circolazione periferica: in passato è stato testato per la claudicatio intermittens (dolore alle gambe legato a scarso afflusso sanguigno). I risultati mostrano un miglioramento modesto, ma non sufficiente a entrare nelle linee guida ufficiali.
- Metabolismo: esistono indizi di un possibile effetto positivo sulla glicemia e sul profilo lipidico, ma le evidenze sono ancora troppo limitate.
Come si assume il Ginkgo biloba
Il Ginkgo si trova in diverse forme commerciali, ma la più studiata è l’estratto secco titolato.
Le dosi usate nei trial clinici variano da 120 a 240 mg al giorno, suddivisi in una o due somministrazioni. La durata minima dei trattamenti negli studi è stata di 3-6 mesi.
È importante sottolineare che non tutti i prodotti sul mercato hanno la stessa qualità: le formulazioni standardizzate garantiscono la presenza controllata dei principi attivi, riducendo le variazioni tra lotto e lotto.
Le altre forme (tisane, tintura madre, gocce) sono meno studiate e non consentono di sapere con precisione la quantità di principi attivi assunti.
Quali sono gli effetti collaterali del Ginkgo Biloba?
Sebbene sia generalmente ben tollerato, il Ginkgo non è privo di rischi:
- Interazioni farmacologiche: aumenta il rischio di sanguinamento se assunto con anticoagulanti o antiaggreganti. Può interferire anche con alcuni farmaci antidepressivi e anticonvulsivanti.
- Effetti collaterali lievi: mal di testa, nausea, vertigini o disturbi gastrointestinali.
- Semi tossici: i semi crudi contengono ginkgotossina, sostanza che può provocare gravi reazioni. Solo le foglie vengono usate negli estratti.
- Sicurezza in gravidanza e allattamento: mancano dati sufficienti, perciò l’uso non è raccomandato.
Un consulto medico è sempre raccomandato, soprattutto in presenza di terapie farmacologiche o patologie croniche.
Il Ginkgo tra tradizione e ricerca futura
Il Ginkgo biloba resta una pianta che unisce mito e scienza. È stato usato nella medicina tradizionale come rimedio per longevità e vitalità, mentre oggi la ricerca ne indaga soprattutto il ruolo nel sostegno alla memoria. Le evidenze attuali sono promettenti ma non definitive. Alcuni studi mostrano benefici nei pazienti con lieve declino cognitivo, mentre in altri ambiti i risultati restano incerti.
Le prospettive future riguardano:
- capire meglio chi può trarre vantaggio dall’assunzione (età, condizioni cliniche);
- stabilire con chiarezza il dosaggio ottimale;
- verificare la sicurezza d’uso sul lungo periodo;
- approfondire l’impatto su ansia, acufeni e circolazione.
Il Ginkgo biloba non è una soluzione miracolosa, ma può essere considerato un supporto naturale in alcune condizioni legate alla memoria e alla circolazione.
Il suo utilizzo deve essere cauto, informato e integrato in uno stile di vita sano che includa alimentazione equilibrata, esercizio fisico e stimolazione mentale.
Come spesso accade per le piante medicinali, la chiave è l’equilibrio: rispettare la tradizione, seguire la scienza e non aspettarsi risposte definitive dove la ricerca è ancora in corso.