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Come coltivare l’aloe vera fra le piante officinali

Come coltivare Aloe vera fra le piante officinali

Coltivare l’aloe vera chiamata il “guaritore naturale”, significa coltivare una pianta officinale molto particolare che ha preso il  soprannome non solo di “guaritore naturale” ma anche di “pianta miracolosa” per le sue eccezionali doti terapeutiche conosciute da più di 2000 anni.

Più che coltivare l’aloe vera per lungo tempo si sono  sfruttate le   proprietà curative degli esemplari selvatici e solo in seguito si è iniziato a coltivarla.

Tuttavia per un certo periodo cadde in disuso coltivare l’aloe vera e solo recentemente, da quando si è iniziato a riscoprire le cure naturali, questa pianta ha attirato l’attenzione a causa delle sue eccezionali qualità.

Per millenni questa piantina succulenta è stata apprezzata per le eccezionali proprietà dei suoi derivati,  la mucillagine, la linfa e l’olio.

Era usata sia per uso interno come digestivo e come alimento altamente nutritivo sia per uso esterno per le sue qualità cicatrizzanti e curative di bruciature e ferite.

Le conoscenze sulla “pianta miracolosa” sono state tramandate di generazione in generazione nelle culture e civiltà più diverse mischiate al mito e alla magia come anticamente si usava.

Gli antichi Sumeri conoscevano questa pianta officinale   se ne sono trovate sue notizie  in una loro tavoletta di argilla risalente al 2100 a.C. ritrovata a Nippur nei pressi dell’antica Bagdad.

Nella cultura Assiro Babilonese il succo dell’Aloe vera era usato da chi aveva problemi di digestione.

Questa pianta officinale era ben nota anche presso gli antichi egizi.

Nel papiro di Ebers del 1500 a.C., il più antico documento medico conosciuto, fra le piante officinali si parla dell’aloe vera.

In questo papiro vengono elencate le sue proprietà medicinali conosciute  al tempo degli antichi  egizi e sono riportate molte preparazioni curative a base di Aloe vera.

Ancora oggi in Egitto coltivare l’aloe vera vicino alla porta di casa è un auspicio di serenità e lunga vita.

L’Aloe vera era nota agli antichi greci ed è stata usata nella medicina greca sin dal IV secolo.

Medici greci e romani usavano le sue proprietà soprattutto per accelerare  la guarigione delle ferite da arma da taglio così frequenti in quei tempi turbolenti.

Il medico greco Dioscoride del 1° sec d.C. ne fece  una descrizione accurata e la raccomandava per uso esterno nei casi di colpi di  sole, ustioni della pelle e per cicatrizzare le ferite,  per uso interno per  favorire la digestione e risolvere le costipazioni  intestinali.

In quei tempi lontani non si usava  coltivare l’aloe vera ma si ricercavano gli esemplari selvatici.

Le proprietà dell’aloe vera, davvero miracolose, erano conosciute in tutto il mondo antico nell’Europa meridionale e nel Medio Oriente, nell’Asia e nel Nord Africa e anche nelle Americhe.

Presso i nativi americani veniva  tenuta in gran conto per le sue proprietà medicinali.

L’Aloe vera originaria del Nord Africa raggiunse la Persia e l’India portata dai mercanti carovanieri e ancora oggi le  tribù beduine del Sahara apprezzano questa pianta e la chiamano giglio del deserto.

Alcuni ricercatori hanno scoperto che l’uso dell’aloe vera  in Estremo Oriente, non solo in India ma anche in Cina, è molto antico.

Ancora oggi in Tibet e in Cina l’Aloe vera si impiega nella medicina Ayurvedica dove prende il nome di “kumari” che significa giovane ragazza, fanciulla perché favorisce il rinnovamento dell’energia femminile e infonde il vigore della giovinezza.

Marco Polo nel 1200 durante i suoi viaggi in Cina parlò di  come   fosse diffuso fra quelle popolazioni orientali  coltivare l’aloe vera e fu in quel paese che la conobbe e ne apprezzò le sue qualità.

200 anni dopo Cristoforo Colombo a proposito dell’aloe vera scriveva in uno dei suoi diari:

“Sono 4  le piante che risultano indispensabili  per il benessere dell’uomo: il frumento, la vite, l’ulivo e l’aloe vera.

Il primo nutre, la seconda rallegra, il terzo dà armonia e la quarta dà la salute.”

Cristoforo Colombo che scoprì l’America curava le ferite del suo equipaggio con l’aiuto delle foglie di Aloe vera portate dalla Spagna.

Gli Indiani d’America conoscevano l’aloe  vera e la consideravano un guaritore muto.

Per i trattamenti si basavano sui cicli lunari e ancora oggi per amplificarne l’effetto usano queste antiche regole.

Nel Medioevo e nel Rinascimento l’uso medicinale dell’aloe vera si diffuse in tutto il mondo anche nelle regioni settentrionali d’Europa dove a causa del clima avverso non  si poteva coltivare l’aloe vera e per questo motivo non fu apprezzata come avrebbe meritato.

Invece in Italia, in Spagna e in Portogallo dove prosperava veniva tenuta in grande considerazione.

A poco a poco con l’avvento della medicina moderna gli antichi rimedi vennero dimenticati e anche l’aloe vera e le sue qualità caddero nell’oblio.

Sino a quando fu riscoperto in Giappone l’efficacia dell’uso  del gel dell’aloe vera nei trattamenti contro le ustioni provocate dalle radiazioni atomiche durante la seconda guerra mondiale.

In Europa gli studi scientifici sull’aloe vera iniziati nel 1850  fecero un grosso passo in avanti nel 1930 grazie a studi russi e americani.

Ma fu solo nel 1940 e successivamente nel 1959, quando il Ministero della sanità americana lo dichiarò ufficialmente, che si ebbe  il definitivo  riconoscimento delle sue capacità curative nel caso di ustioni.

Da allora vi sono stati numerosi studi sulle qualità dell’Aloe vera e come sfruttare nel modo migliore le sue tante qualità che continuano in tutto il mondo anche oggi.

Oggi coltivare l’aloe vera è diventata una vera e propria industria diffusa in tutti i paesi dove il clima consente di coltivare questa pianta all’aperto.

Un’altra pianta officinale diffusa in tutto il mondo per la caratteristica di produrre la sostanza più dolce che si conosca senza le controindicazioni dello zucchero e di altri dolcificanti chimici è la stevia.